Improvvisamente il buio assoluto

Improvvisamente il buio assoluto. Poi uno scossone, forte, come il rumore di un vulcano in eruzione; e poi lava ovunque, a coprire ogni cosa… è ciò che ho provato quando hanno diagnosticato la malattia di Alzheimer a mio padre.
Sono passati anni, papà non è più con me da tempo, ma il ricordo rimane indelebile e con esso la volontà di fare qualcosa per chi viene colpito da questa devastante malattia.

Quando nel dicembre 2014 ho deciso di dedicare, come volontaria, parte del mio tempo libero alle terapie non farmacologiche per i malati di Alzheimer, ho avuto tanti dubbi: sarò in grado di prendermi questo impegno? Ce la farò fisicamente e moralmente? sarò in grado di fronteggiare situazioni più grandi di me?

Nel tempo i miei dubbi sono svaniti. Questa esperienza ha preso completamente la mia anima, mi ha fatto cambiare, mi ha insegnato le giuste priorità della vita.

Le persone speciali che incontro sono tutte un pezzetto di me, mi fanno sentire appagata, utile e ogni loro sorriso mi apre il cuore. Ogni loro abbraccio, tenerezza o parola carina nei miei confronti mi fa capire che il tempo che passo con loro è importante e oggi non rinuncerei mai alla loro compagnia.

Non si guarisce dall’Alzheimer, ma il pensiero di poterli aiutare concretamente fa sì che la stanchezza fisica e mentale si trasformi in forza.

Ciò che ricevo da loro supera di gran lunga ciò che io porto in dono.

Daniela Bernucci
Volontaria dal 2015